Messico chiama New York

Dove gli americani amano andare a giocare a golf

28/03/2017

Di Donato Ala

Il viaggio per arrivare in Messico è decisamente consigliabile con uno stop over di qualche giorno nella grande mela, o all’andata o al ritorno ma deve essere fondamentale. Sul volo per il messico troverete sicuramente tantissimi golfisti Newyorkesi che amano svernare in questa meravigliosa terra oltre che a Miami. Noi di Live in abbiamo fatto cosi’, ci siamo fermati nella città che non dorme mai e dopo 3 giorni abbiamo preso il volo per Cancun.

Il primo impatto con il clima caldo e umido lo abbiamo una volta fuori dall’aeroporto di Cancun. Il nostro taxi si dirige verso Playa del Carmen, circa 45 minuti di strada, alloggiamo al Viva Whindam Azteca, www.vivaresorts.com  di Playacar, la zona alberghiera della città.

Qui ad attenderci troviamo Andrea Bosio, gerente dell’hotel e soprattutto connazionale, di Cuneo. Il lungo viaggio per noi termina in una splendida stanza dove davvero stanchi trascorreremo la notte.

Alla luce del mattino il cielo messicano ci regala uno splendido sole e un clima fantastico. Insieme a due colleghi italiani accompagnati da Daniel, simpatico e disponibile driver messicano, andiamo a Tulum a scoprire le rovine Maya. La visita non sarebbe stata la stessa se a guidarci non ci fosse stato Miguel, un ometto piccolo, 100% Maya come ha tenuto a precisare lui, che con passione e trasporto ci introduce in un mondo affascinante fatto di sacrifici umani, di credenze, di voti agli dei, di una cultura e un popolo che merita tutto l’interesse e il fascino che ruota ancora attorno ad esso. Ma la prima giornata ci riserva ancora molte emozioni. Giungiamo a Chichen Itza, all’interno della giungla, dove ad attenderci troviamo un altro connazionale, Giovanni, un ragazzo di Firenze che da anni vive in Messico e da qualche tempo lavora in Alltournative , www.alltournative.com, compagnia leader nelle escursioni. Con Giovanni ci incamminiamo nella giungla alla scoperta delle piante e dei tesori nascosti di queste terre. Imbattendoci subito nel primo dei tre cenote presenti nella zona, strani luoghi questi: pozze di acqua, situate nel cuore della giungla dello Yucatan, che conducono in grotte e gallerie sotterranee e di cui il territorio messicano è ricchissimo. Qui abbiamo avuto la fortuna di poter assistere ad una cerimonia di benedizione attraverso cui lo sciamano Antonio invoca gli dei Maya e chiede il permesso di entrare in quei luoghi così sacri alla loro cultura. Infine abbiamo provato l’ebbrezza di lanciarci da un lato all’altro della giungla imbracati ad una carrucola, un’avventura unica e sensazionale, che si avvicina molto all’esperienza del volo.

Il secondo giorno di permanenza a Playacar inizia con la visita della spiaggia dell’hotel e un tuffo nell’azzurro e cristallino oceano che si estende davanti a noi. Lasciata la spiaggia è il momento di conoscere Playa del Carmen, e soprattutto il suo cuore, la 5° strada dove si concentrano tutti i locali e i negozi di questa tipica località turistica. Proprio qui abbiamo pranzato allo Yaxche, www.mayacuisine.com,  un tipico ristorante Maya in compagnia di Julio Diaz, direttore generale  di golfissue, e con lui abbiamo analizzato la situazione attuale golfistica in Riviera Maya constatando un elevata crescita nel corso degli anni di strutture golfistiche e un interesse molto spiccato degli enti nei confronti di queste. Dopo aver lasciato il centro della città ci siamo recati al parco naturale di Xcaret, dove abbiamo assistito all’interno di un teatro delle dimensioni di un vero e proprio stadio alla rappresentazione della storia dei Maya, dalla loro origine, all’invasione degli spagnoli fino ai tempi moderni. Musica, balli, canti tipici che in uno spettacolo di due ore ti fanno conoscere meglio questa grande civiltà.

 Durante il nostro soggiorno a Playa del Carmen si è svolto il festival del jazz, www.rivieramayajazzfestival.com .  Sulla suggestiva spiaggia di Playa Mamita si sono esibiti artisti di calibro internazionale, tra cui Marcus Miller e George Benson, attirando per quattro giorni migliaia di appassionati e semplici turisti. A fare da sfondo a questo evento un palco maestoso e un panorama unico.

Il primo golf club che abbiamo visitato è stato quello di Playacar, esattamente di fronte al nostro albergo, qui abbiamo giocato nove buche e ammirato durante tutto il percorso l’opera dell’ideatore, l’americano Greg Norman. il Golf club del Bahia Principe, il grande complesso alberghiero di proprietà del gruppo spagnolo Pinero, www.bahiaprincipegolf.com, . Qui abbiamo incontrato Rodrigo Medrano, responsabile  delle vendite che con entusiasmo, giustificato, ci ha illustrato un campo di 18 buche, un centro commerciale, un condominio e molte ville private. Un investimento di miliardi di euro. La mattina seguente ci siamo imbarcati alla volta di Cozumel, l’isola di fronte a Playa del Carmen, www.islacozumel.com.mx, facilmente raggiungibile con un traghetto in soli 45 minuti e meta imperdibile per gli appassionati del mare grazie ad una barriera corallina unica nel suo genere. Ana Bravo, simpatica responsabile della promozione turistica dell’isola ci conduce al Golf Club Cozumel, www.cozumelcountryclub.com.mx, l’unico campo da golf dell’isola. Anche qui giochiamo nove buche spesso distratti dai tanti animali selvatici che vivono nei dintorni di questo che è un tipico campo turistico ma che vale la pena di visitare. Così come è irrinunciabile recarsi dalla parte opposta dell’isola, quella selvaggia, ancora priva di energia elettrica. Qua si ha la vera sensazione di essere fuori dal mondo, di fronte solo spiagge bianchissime e un mare più che cristallino. Ed è qui, in un locale a picco sul mare che abbiamo mangiato il pesce più buono di tutto il nostro viaggio. Qualità e quantità ai massimi livelli.

Lasciata l’isola torniamo a Playa del Carmen e la sera è George Benson con la sua musica ad allietare le oltre 2000 persone presenti sulla spiaggia di Playa Mamita  nell’ultima serata del maya Jazz Festival. E prima di andare a dormire assolutamente da non perdere il miglior Mojito di Playa del Carmen, da Babe’s, un ristorante thailandese che si trova sulla 7° strada, tra la 10° e la 5°.

L’ultimo giorno di permanenza in Riviera è stato all’insegna del golf. Ben due campi visitati. Prima El Camaleon- Mayakoba e nel pomeriggio il Playa Paradiso-Iberostar. E per concludere cena al Palapa hemingway, un tipico ristornate maya sulla 5° strada a Playa del Carmen in compagnia di Carlos Mora, il giovane e professionale responsabile delle pubbliche relazioni della Riviera Maya, nostro referente durante il soggiorno in Riviera.

Il lunedì ci siamo trasferiti a Cancun, abbiamo alloggiato al Dreams Cancun, www.dreamsresorts.com/cancun/  un imponente struttura nella zona hotelera della città, affacciata sull’oceano. La sera del nostro arrivo abbiamo partecipato ad un cocktail di benvenuto in un locale sul molo gustando una tipica cena messicana a base di pesce fresco.

Durante il soggiorno a Cancun abbiamo avuto modo di visitare alcuni golf club della zona. Quello bellissimo di Isla Mujeres, www.playamujeresgolf.com  e il Moon Palace, www.palaceresorts.com.

Cancun è una città molto occidentale, ricca di centri commerciali degni di una metropoli americana, di locali tipici e unici come il Coco Bongo, www.cocobongo.com.mx  una discoteca che ogni sera offre uno spettacolo al cui interno convivono l’arte del musical, della ginnastica, dell’arte circense tutto all’insegna della spensieratezza.

Lasciamo Cancun e il Messico dopo 10 giorni di permanenza carichi di ricordi, luoghi, sensazioni, colori e persone che rimarranno nelle nostre menti e nel nostro cuore. Giocare a golf in Messico è un sensazione straordinaria. Se interessati a visitare il Messico con noi scriveteci: redazione@golfitaliano.it