Ryder Cup: Usa, tre sconfitte di fila da cancellare
29/09/2016
E’ già Ryder Cup, anche se la 41ª sfida tra la selezione dell’Europa e quella degli Stati Uniti avrà luogo da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre sul percorso dell’Hazeltine National GC, a Chaska nel Minnesota. E’ l’evento più seguito dopo Olimpiadi e Mondali di calcio, ma è anche l’unico in cui l’etichetta del golf viene cancellata da un tifo da stadio, dove spesso si va oltre il limite. Sentono il match in particolar modo gli americani, che debbono cancellare tre sconfitte di fila, peraltro nel contesto di una sola vittoria negli ultimi sette match.
E la Ryder Cup, che nel 2022 è stata assegnata all’Italia e si disputerà a Roma sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club, l’hanno già iniziata domenica scorsa gli spettatori del Tour Championship, incitando al grido di “U-S-A” Ryan Moore nel playoff contro Rory McIlroy, poi vincitore, che sarà il numero uno del team europeo.
Oltre al nordirlandese, fanno parte della formazione continentale gli inglesi Danny Willett (nella foto), campione Masters, Justin Rose, oro olimpico, Chris Wood, Andy Sullivan, Matthew Fitzpatrick, lo svedese Henrik Stenson e gli spagnoli Sergio Garcia e Rafael Cabrera Bello, in squadra di diritto. Con loro il tedesco Martin Kaymer, l’inglese Lee Westwood e il belga Thomas Pieters ai quali il capitano Darren Clarke ha assegnato le tre wild card a sua disposizione. Vice capitani Thomas Bjorn, Padraig Harrington, Paul Lawrie, Ian Poulter e Sam Torrance
La compagine statunitense ha avuto una gestione più laboriosa. Infatti il capitano Davis Love III l’ha completata ieri, dopo il Tour Championship, assegnando la quarta wild card a Ryan Moore. Due settimane prima aveva concesso le altre tre a Rickie Fowler, J.B. Holmes e Matt Kuchar che si sono aggiunti agli otto entrati di diritto attraverso un’apposita classifica: Dustin Johnson, Jordan Spieth, Phil Mickelson, Patrick Reed, Jimmy Walker, Brooks Koepka, Brandt Snedeker e Zach Johnson. Tra i vice capitani spicca il nome di Tiger Woods, nominato insieme a Bubba Watson, Jim Furyk, Tom Lehman e a Steve Stricker.
La spinta del pubblico, che viene valutata come un ipotetico punto in più per la squadra di casa, la sete di rivalsa USA e i sei debuttanti nella compagine continentale spingono le previsioni della vigilia verso gli americani. In realtà valutando i team attraverso le prime 15 posizioni del world ranking c’è assoluta parità con cinque giocatori in classifica per parte e, inoltre, tra tra i deb di capitan Clarke ci sono Willett, che ha messo in riga gli statunitensi ad Augusta, Cabrera Bello, Sullivan e Wood, che sono elementi molto esperti. Possono lasciare dei dubbi Fitzpatrick, da poco nell’European Tour, e Pieters, che dopo il quarto posto alle Olimpiadi, ha avuto qualche problema.
Dall’altra parte non sono tutti al top, come ad esempio Zach Johnson, Jordan Spieth e Rickie Fowler, qualche scelta come quella di J.B. Holmes ha lasciato dubbi, e poi non sarà da sottovalutare la pressione a cui verrà sottoposta tutta la compagine spinta da un’intera nazione a compiere l’impresa.
Gli europei dovranno tenere conto del tifo non sempre corretto degli americani, come dimostrano alcuni episodi del passato e anche del comportamento dei giocatori. Clamoroso quanto accadde nel 1999 al Chestnut Hill in Massachusetts. Dopo aver aver messo a segno un putt chilometrico, Justin Leonard si mise a correre, quasi in preda a un raptus, facendo un paio di volte il giro del green, che fu poi invaso dai suoi compagni di squadra. Accettabile se si fosse concluso il match, ma Josè Maria Olabazal doveva ancora tirare il colpo per pareggiare e con quel trambusto perse concentrazione e incontro. Arrivarono le scuse ufficiali USA, facili da fare dopo una Ryder Cup vinta (14,5-13.5).