Al Golf l’incontro fatale per una Martini Academy.

Di Fabrizio Fasani e Roberto Boscia Chiaravalloti

30/07/2015

Siamo sempre più connessi, multitasking, frenetici, concentrati sul molto e non sul poco. Desueti al dettaglio che omologa le nostre scelte, le orienta al conformismo della massa a discapito della cura del particolare, dello studio della propria armonia.

Capita a molti, e per molte cose.

Eterodiretti dal marketing esterno che soffoca e riduce la nostra voce interna mentre reclama quell’attenzione costantemente raffinata dell'esperienza di vita ma che la sordità dell'omologazione rende flebile.

Gesti, emozioni, sentimenti, percezioni sensoriali che solo pochi vogliono e sanno coltivare, ascoltandosi e prendendosi carico di uno dei Moloch del nostro tempo veloce. Decidere, esprimere le proprie idee e personalità, senza paura degli altri, senza timore di sbagliare, nella consapevolezza che non esistono risposte certe per ogni domanda ma - eccetto che nelle scienze esatte - solo risposte legate alla nostra visione e percezione. Fortunate, a mio modo di vedere, quelle persone che hanno sorriso ed annuito nel leggere queste righe, poichè ricercano la propria via e ne sono orgogliose. Qualche mese fa, dal felice incontro su una terrazza fatata nella più bella isola che uomo possa vedere, con la serietà che solo la passione può generare, questo comune sentire, questa voglia di affermare la cura delle proprie idee si è trasformato prima in simposio e poi in Academy.

 

Nella Martini Academy.

 

Partendo dal cocktail per eccellenza, conosciuto e bevuto da tutti ma a tutti sfuggente nella genesi, nell’evoluzione e nell'alchimia stabile, un gruppo di amici ha preso spunto dalla bellezza assoluta della natura e, complice la passione comune e la voglia di condividerla, ha cominciato a dibattere sul tema del “Perfect Cocktail”, a sperimentare nuove vie attraverso la propria sensibilità e consapevolezza.

Come per una regata monotipo, ove l'eccellenza sta nei materiali e nel loro sapiente uso, ma soprattutto come nello swing, atto baricentrico del golf, croce e delizia di ogni golfista di qualunque handicap, nel Martini ci sono pochissime potenziali varianti e serve molta sensibilità per raggiungere l'obiettivo, instabile peraltro.

La perfezione nei pochi dettagli su cui si può lavorare è simbiotica con la concentrazione, l’equilibrio interiore, la capacità di concentrazione che è richiesta nell’approcciare una buca dogleg! La medesima difficoltà, la stessa attenzione necessaria per leggere un campo da golf non conosciuto è richiesta all’esperto che deve decidere come scegliere i componenti del Martini e agitarli nello shaker per costruire il colpo, pardon il cocktail, adeguato al gusto di chi lo deve bere.

 

Discutere di IN&OUT, di Hemingway oppure di Vesper è stato allora ed è costantemente il sottofondo di dialoghi sull’argomento per antonomasia, sulle tre domande dell’Uomo, ovvero sulla visione della vita e su come percorrerla nel nostro tempo terreno.

Uomini e Donne, moderni alchimisti che usano i giusti equilibri tra Gin, Vermouth, limone (oppure olive) e cubetti quali simboli giocosi per cercare in sé stessi quel baricentro attorno al quale ritrovare il piacere della speculazione filosofica, scherzosamente mascherato nel perfezionamento della tecnica per agitare il ghiaccio.

Il Martini quale nemesi della meticolosa cura del particolare, dell'equilibrio trovato e razionalmente modificato per salire di un livello di conoscenza e perfezione, in una sperimentazione costante ed infinita, levigazione continua dell'opera, simbolo di una vita da percorrere e gustare con occhi dubbiosi e curiosi ogni giorno.

Così come il Golf. Sport meraviglioso di equilibrio, ricerca del sé, convivialità e solitudine. Persone baciate dalla fortuna i golfisti; migliorano sé stessi circondati da doni rari: camminare in mezzo alla bellezza del mondo, nella splendida compagnia di altri appassionati e del proprio io, cercando e spesso scoprendo quasi magicamente in ogni swing la profonda essenza del vivere; proviamo ad imitarli noi, ideatori della Martini Academy, che ci dilettiamo nel prendere pochi, studiati ingredienti e, novelli Cagliostro, agitarli per far esplodere sapori, odori ed emozioni da una coppa.

 

Di Martini naturalmente.

 

PS: Questo articolo è stato scritto sulla terrazza di un Golf club della Sardegna meridionale … il verde dei green nel cuore, l’azzurro del mare negli occhi e una generosa razione di IN&OUT preparato con London N.1, Noilly Prat, ghiacchio di Voss e twist di limone di Sorrento possono aver obnubilato le idee degli autori.